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Sudafrica: la capitale mondiale della protesta
Johannesburg. Pubblico oggi un articolo in inglese scritto dal prof. Peter Alexander,
il capo del centro di ricerca South African Research Chair in Social Change (cattedra di ricerca sul cambiamento sociale), nonché mio diretto datore di lavoro. Si tratta di un primo tentativo di diffusione di dati sulle proteste sociali in Sudafrica, che lui ha giustamente definito “The rebellion of the poor” (la rivolta dei poveri). Anche senza traduzione l’articolo si può seguire soprattutto facendo riferimento alle tavole riassuntive.
Protests and Police Statistics: Some Commentary
Prof. Peter Alexander
(South African Research Chair in Social Change, University of Johannesburg)
23 March 2012
On 19 March the Minister of Police, Mr. Nathi Mthetwa, informed parliament about the number of ‘crowd management incidents’ that occurred during the three years from 1 April 2009.[1] Table 1, compares the new data with similar statistics for the preceding five years.
Table 1. Crowd management incidents[2]
Peaceful |
Unrest |
Total |
|
2004/05 |
7,382 |
622 |
8,004 |
2005/06 |
9,809 |
954 |
10,763 |
2006/07 |
8,703 |
743 |
9,446 |
2007/08 |
6,431 |
705 |
7,136 |
2008/09 |
6,125 |
718 |
6,843 |
2009/10 |
7,897 |
1,008 |
8,905 |
2010/11 |
11,681 |
973 |
12,654 |
2011/12[3] |
9,942 |
1,091 |
11,033 |
In 2010/11 there was a record number of crowd management incidents (unrest and peaceful), and the final data for 2011/12 are likely to show an even higher figure.[4] Already, the number of gatherings involving unrest was higher in 2011/12 than any previous year. During the last three years, 2009-12, there has been an average of 2.9 unrest incidents per day. This is an increase of 40 percent over the average of 2.1 unrest incidents per day recorded for 2004-09. The statistics show that what has been called the Rebellion of the Poor has intensified over the past three years. Leggi il resto dell’articolo
Una speranza per la libertà di informazione in Sudafrica: battuta d’arresto per il Secrecy Bill
Johannesburg. Sembrava impossibile che le proteste e gli accorati appelli succedutisi nell’ultimo anno contro il disegno di legge “Per la protezione delle informazioni”, noto ai più come Secrecy Bill, potessero far breccia nel governo di Jacob Zuma, ma evidentemente qualcosa è cambiato. Lo scorso lunedì 19 settembre, infatti, il governo ha rimandato “a data da destinarsi” la votazione del provvedimento al parlamento, che era prevista per il giorno successivo. La battuta d’arresto è un segnale importante, ma l’organizzazione che ha guidato la mobilitazione finora, R2K (Right to Know), non si fa illusioni sulle possibilità di modifica del provvedimento, tant’è che non ha cancellato le tre fiaccolate previste per la notte di lunedì, a Cape Town, Durban e Johannesburg. Leggi il resto dell’articolo
Studenti arcobaleno crescono: i primi vent’anni del SASCO
Johannesburg. Oggi ho ricevuto un invito a un compleanno particolare, quello del South African Student Congress, SASCO, nato ieri 20 anni fa, nel 1991. L’invito ai giornalisti, che arriva dal sindacato dei metalmeccanici NUMSA, promette una festa di compleanno con tutti i crismi, torta compresa, ma l’evento è particolarmente importante perché celebra una tappa significativa per l’organizzazione studentesca che viene definita “la riserva intellettuale dell’alleanza guidata dall’ANC”. La storia del SASCO, così come il suo ruolo nell’organizzazione di migliaia di studenti, è senza alcun dubbio degna di essere celebrata, ma visti i recenti dissapori dell'”organizzazione madre” con la lega giovanile (vedi articolo sul tema), mi sembra che l’Alleanza (il nome con il quale si identifica il congiunto di ANC, COSATU e SACP) alla guida del paese voglia con questo appoggio esplicito mostrare che sa essere un “genitore” affettuoso con i figli che si comportano bene.
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Lavoratori delle pulizie: invisibili anche per il sindacato
Non potevano credere ai loro occhi le lavoratrici delle pulizie, in sciopero da tre settimane (vedi articolo precedente), quando durante un incontro svoltosi stamattina all’Università di Johannesburg ho mostrato loro il comunicato stampa del sindacato SATAWU (South African Transport and Allied Workers Union) che dichiarava lo sciopero concluso. L’organizzazione presentava l’accordo in maniera trionfale, come se fosse il migliore risultato ottenibile, ma la testimonianza delle lavoratrici all’incontro di oggi ha messo l’accordo e il ruolo stesso del SATAWU in una prospettiva completamente diversa. Leggi il resto dell’articolo