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Archivi Categorie: Politica

Fredom Day: il Sudafrica celebra le prime elezioni democratiche del 1994

Johannesburg. La democrazia in Sudafrica diventa maggiorenne. Il 27 aprile di diciotto anni fa i sudafricani si recarono alle urne per le prime elezioni democratiche della loro storia, decretando la vittoria dell’African National Congress, insieme con l’elezione di Nelson Mandela come primo presidente del nuovo Sudafrica. Mentre scrivo, in tutto il paese si svolgono manifestazioni per celebrare questa data storica, tante le citazioni di Mandela, le interpretazioni in varie chiavi dell’inno nazionale, e i ricordi dei leader del movimento che non sono arrivati a vedere questo fondamentale traguardo per il paese. Non ultimo il segretario del partito comunista Chris Hani, che fu assassinato il 10 di Aprile 1993,  in pieno processo di transizione, proprio da chi non accettava che si potesse arrivare a una giornata come quella che oggi si celebra. Leggi il resto dell’articolo

Sudafrica: la capitale mondiale della protesta

Johannesburg. Pubblico oggi un articolo in inglese scritto dal prof. Peter Alexander,

Una rappresentazione visuale dell'intensità delle proteste in Sudafrica

il capo del centro di ricerca South African Research Chair in Social Change (cattedra di ricerca sul cambiamento sociale), nonché mio diretto datore di lavoro. Si tratta di un primo tentativo di diffusione di dati sulle proteste sociali in Sudafrica, che lui ha giustamente definito “The rebellion of the poor” (la rivolta dei poveri). Anche senza traduzione l’articolo si può seguire soprattutto facendo riferimento alle tavole riassuntive.

Protests and Police Statistics: Some Commentary

Prof. Peter Alexander

(South African Research Chair in Social Change, University of Johannesburg)

 

23 March 2012

On 19 March the Minister of Police, Mr. Nathi Mthetwa, informed parliament about the number of ‘crowd management incidents’ that occurred during the three years from 1 April 2009.[1] Table 1, compares the new data with similar statistics for the preceding five years.

Table 1. Crowd management incidents[2]

Peaceful

Unrest

Total

2004/05

7,382

622

8,004

2005/06

9,809

954

10,763

2006/07

8,703

743

9,446

2007/08

6,431

705

7,136

2008/09

6,125

718

6,843

2009/10

7,897

1,008

8,905

2010/11

11,681

973

12,654

2011/12[3]

9,942

1,091

11,033

In 2010/11 there was a record number of crowd management incidents (unrest and peaceful), and the final data for 2011/12 are likely to show an even higher figure.[4] Already, the number of gatherings involving unrest was higher in 2011/12 than any previous year. During the last three years, 2009-12, there has been an average of 2.9 unrest incidents per day. This is an increase of 40 percent over the average of 2.1 unrest incidents per day recorded for 2004-09. The statistics show that what has been called the Rebellion of the Poor has intensified over the past three years. Leggi il resto dell’articolo

La morte di Gheddafi. COSATU e ANC fuori dal coro

Johannesburg. La reazione del mondo politico e sindacale sudafricano alla notizia

Jacob Zuma e Muammar Gheddafi

dell’assassinio di Muammar Gheddafi, lo scorso 20 ottobre, è stata prevedibilmente tiepida. Troppo stretti i rapporti tra il defunto ex-leader della lotta per la liberazione della Libia dalla monarchia e il movimento che ha portato alla fine del regime di apartheid all’altro estremo del continente. Troppo intensa, in anni recenti, la collaborazione fra il dittatore libico e il governo sudafricano (vedi articolo sull’argomento qui) per permettere all’ANC, che pure aveva dato il via libera all’istituzione della no-flight zone NATO nel paese nordafricano, di unirsi al coro trionfale delle potenze occidentali alla notizia della sua fine.

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Telkom fa finta di non sentire, ma parla … e annuncia cessione di azioni a investitori stranieri

Johannesburg. E’ business as usual per le grandi aziende internazionali.

Sciopero contro la privatizzazione nel 2001 dal sito della BBC. Il cartello dice: Non abbiamo combattuto per la liberazione per poi vendere tutto al miglior offerente.

Sembra che nessuno prenda sul serio le recenti accuse che rimbalzano da una parte all’altra del globo attraverso le voci e i poster con cui gli emuli di Occupy Wall Street criticano le grandi multinazionali per la loro sete di guadagno che passa sopra i diritti dei lavoratori, dei consumatori e anche delle generazioni future. Di sicuro questo vale per la sudafricana Telkom, che pochi giorni fa ha annunciato di voler vendere una parte delle proprie azioni alla sua omologa sudcoreana. La compagnia parastatale che dovrebbe garantire, in regime di monopolio, il servizio telefonico a circa 50 milioni di sudafricani ha infatti iniziato delle trattative per vendere il 20 percento dell’impresa alla Korean Telecom Corporation (KT). Secondo quanto riferisce il Congress of South African Trade Unions (COSATU) nel comunicato attraverso il quale condanna l’iniziativa, la percentuale di azioni che l’azienda sta cedendo all’investitore estero è una quota “strategica”, ossia darà ai sud-coreani voce in capitolo sulle scelte di Telkom. Una situazione che ammonta a un ennesimo “passo indietro verso la privatizzazione totale di Telkom” (la formulazione è volutamente straniante … per il COSATU privatizzare vuol dire andare indietro piuttosto che avanti, così è vero che la vendita è un passo avanti verso la privatizzazione, ma questo passo avanti, nella percezione del sindacato, ammonta a un arretramento nel servizio e nella qualità del lavoro). Leggi il resto dell’articolo

Occupy South Africa … aspettiamo di essere di più

Johannesburg. Ottanta persone sono poche e tante allo stesso momento.

Preparativi per la manifestazione, gli striscioni "vissuti" vengono dalle township

Ottanta è il numero di persone che si sono presentate lo scorso sabato 15 ottobre presso la sede della borsa sudafricana (JSE) rispondendo all’appello di Occupy South Africa. Se pensiamo al fatto che tale appello ha circolato solo su internet, il numero è ragguardevole, visto che coloro che qui avrebbero tanto per cui protestare non solo non hanno internet a casa, ma spesso neanche l’elettricità, né l’acqua e nemmeno la casa, ma vivono in casupole di lamiera comunemente chiamate shacksLeggi il resto dell’articolo

Operazione Ubuntu: il 15 ottobre “Occupiamo il Sudafrica”

Johannesburg. Chi ci sarà domani (sabato 15 ottobre) a occupare la piazza antistante il JSE (la borsa sudafricana) nell’ambito della “giornata internazionale degli indignati”?

Uno dei poster della manifestazione di domani

Ce lo chiediamo da un po’ tra colleghi qui all’Università di Johannesburg. Di sicuro ci saremo noi, persone con un alto grado di istruzione, fornite di mezzi di trasporto e di una connessione a internet, ma se invece ci saranno coloro che, qui più che altrove, rappresentano la parte più disperata di quel “99 percento” diventato ormai un simbolo dell’ondata di proteste che ha segnato l’ultimo anno di storia mondiale, lo scopriremo attraversando questa immensa metropoli per arrivare fino al sobborgo di Sandton (vedi mappa), il più ricco chilometro quadrato dell’Africa (in realtà sarebbe il più ricco square mile, quindi 1,6 chilometri, ma la precisione geometrica sacrificherebbe la capacità evocativa del concetto).

Io ci sarò e cercherò di fare una “diretta twitter” dal mio account @ortuclaudia, #OccupySouthAfrica. Chi non ha un account twitter potrà seguire gli aggiornamenti qui a fianco, sulla destra dello schermo.

Ubuntu e il capitalismo … e Marx? Leggi il resto dell’articolo

Julius Malema in ospedale. Udienza rimandata.

Johannesburg. I sintomi influenzali per i quali il leader della lega giovanile dell’ANC, Julius Malema, è stato ricoverato lo scorso mercoledì 5 ottobre hanno fatto guadagnare qualche giorno al suo team di difensori nel processo interno che lo vede accusato di

Julius Malema nella foto del suo blog: http://www.juliusmalema.co.za

cattiva disciplina e creazione di divisioni dentro il partito (vedi articolo precedente sul tema). L’udienza prevista per ieri, 6 ottobre, è stata infatti rimandata.

Malema si trova ancora ricoverato presso la clinica privata Medi-clinic di Polokwane, la capitale della sua regione di provenienza, il Limpopo. Come ci si poteva aspettare, la stampa ha trovato la circostanza quantomeno sospetta, così come buona parte della popolazione. Leggi il resto dell’articolo

La crisi del sistema educativo. “Una tragedia umanitaria” secondo il segretario del COSATU

Johannesburg. Secondo il segretario generale della confederazione sindacale sudafricana, Zwellinzima Vavi, la crisi del sistema educativo sudafricano ammonta a una “tragedia umanitaria”. Vavi ha aperto così su una nota di disperazione, il proprio intervento al congresso del sindacato dei docenti SADTU, lo scorso 28 settembre. Il sindacato di categoria, che nel giro di pochi giorni celebrerà il suo 21esimo compleanno, è nel bene e nel male, al centro del dibattito politico attuale nel paese. Tra circa un mese, infatti, i 18enni sudafricani saranno impegnati nei loro esami di maturità – che qui si chiamano Matric – e che più che essere un impegno individuale sono una vera e propria prova per il paese nel suo intero. Tutti si preoccupano dei dati, di quanti passeranno, e potranno avere accesso all’università, e di quanti invece rimarranno al palo. I maggiori quotidiani pubblicano da mesi ormai una serie di inserti per facilitare il lavoro degli studenti, e i sindacati tendono a mettere nel cassetto qualunque rimostranza di tipo contrattuale. Leggi il resto dell’articolo